Freedom not Frontex

http://diversamente.comunita.unita.it/2012/07/03/freedom-not-frontex/

La ribellione contro i morti di migranti nel Mediterraneo è iniziata. Con il lancio ieri al meeting antirazzista di Cecina e dal porto di Rosignano, della flottiglia Boats4People, una coalizione di attivisti, parlamentari e giornalisti promossa dall’Arci, per porre fine ai controlli violenti alle frontiere marittime. Una traversata simbolica, per denunciare i tantissimi morti che giacciono in fondo al mar Mediterraneo, che farà tappa in Sicilia, Tunisia e Lampedusa, ma anche la costruzione concreta di un sistema di allerta formato dai marinai e attivisti; di una rete di organizzazioni di entrambe le sponde del Mediterraneo che lottino contro le politiche criminose adottate dagli Stati in violazione dei diritti dei migranti in mare. Attraverso ricorsi, il progetto denuncerà le responsabilità delle istituzioni dello Stato, della Nato e del programma europeo Frontex.



Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 18.288 persone, di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011 Nel solo Canale di Sicilia (tra la Libia, l’Egitto, la Tunisia, Malta e l’Italia) le vittime sono 6.255, tra cui 4.817 dispersi (dati di Fortress Europe). Una strage silenziosa che ha fatto designare alle Nazioni Unite un rapporteur speciale per valutare l’impatto delle politiche migratorie sui diritti umani nella regione euro-mediterranea. Mentre il governo Monti continua tranquillamente a siglare Accordi segreti con la Libia (il 3 aprile scorso a Tripoli), nonostante le numerose denunce sulle violazioni in Libia dei diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo e l’assenza in quel paese di meccanismi per determinare lo status di rifugiato. Il copione della Trattato con Gheddafi, che aveva permesso i respingimenti (condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo), deportazioni e torture, e riapre il campo a nuove possibili violazioni. Un testo, che malgrado le ripetute richieste da parte di Amnesty, era rimasto per mesi segreto, ma come sostiene Laura Boldrini portavoce di Unhcr Italia, dove “non sono mai nominate le parole diritto d’asilo”. Amnesty International, intanto, ha chiesto al governo italiano di mettere da parte ogni accordo esistente con la Libia in tema di controllo dell’immigrazione.

E’ ora che “i governi si attrezzino per salvare vite umane”, come dichiara Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci: “non possiamo più stare a guardare l’atteggiamento dei governi e quel che succede nel Mediterraneo”. Intanto, di fronte alla criminale inazione degli Stati europei, peggio, della loro consapevole complicità con questa strage frutto di specifiche politiche migratorie, il monitoraggio delle violazioni è partito dalla società civile. Cittadini del Mediterraneo, d’Africa e d’Europa uniti, per fare in modo che il Mediterraneo torni a essere luogo di libertà di movimento, non un cimitero.